Gaia F.
Falco
Shetland Sheepdog
Medium
2° grado
Gaia F.
Ho iniziato agility quand’ero molto piccola con Luna, un cane che avevamo salvato dal canile. Caratterialmente era fantastica solo che molte volte era davvero complicata. Con lei sono cresciuta e maturata sia fisicamente che mentalmente, e pian piano, con tanti sforzi sono riuscita a crearci un rapporto sempre più bello. Luna mi ha resa davvero tanto orgogliosa e felice, perché dopo tutti i pianti, le difficoltà e le cadute, sono riuscita ad ottenere dei risultati che in alcuni momenti in cui eri giù pensavo che non avrei mai ottenuto. Grazie a lei ho fatto tanta esperienza e le devo davvero tutto. Ora faccio agility con Falco, e con lui ho un legame veramente stretto e di intesa. È sempre con me in qualsiasi situazione, e questo rapporto non ci sarebbe se non lo avessi rafforzato sempre di più facendo questo sport. Faccio agility da più di 7 anni e posso dire solo una parola, MI FA STARE BENE!! Stare all’aria aperta, correre e giocare con il proprio cane è davvero una bellissima sensazione, e fidatevi, aiuta davvero tanto.
Gaia F.
Luna
Pastore Tedesco
Gaia F.
Ho iniziato agility quand’ero molto piccola con Luna, un cane che avevamo salvato dal canile. Caratterialmente era fantastica solo che molte volte era davvero complicata. Con lei sono cresciuta e maturata sia fisicamente che mentalmente, e pian piano, con tanti sforzi sono riuscita a crearci un rapporto sempre più bello. Luna mi ha resa davvero tanto orgogliosa e felice, perché dopo tutti i pianti, le difficoltà e le cadute, sono riuscita ad ottenere dei risultati che in alcuni momenti in cui eri giù pensavo che non avrei mai ottenuto. Grazie a lei ho fatto tanta esperienza e le devo davvero tutto. Ora faccio agility con Falco, e con lui ho un legame veramente stretto e di intesa. È sempre con me in qualsiasi situazione, e questo rapporto non ci sarebbe se non lo avessi rafforzato sempre di più facendo questo sport. Faccio agility da più di 7 anni e posso dire solo una parola, MI FA STARE BENE!! Stare all’aria aperta, correre e giocare con il proprio cane è davvero una bellissima sensazione, e fidatevi, aiuta davvero tanto.
SPERANZA SAS 2017
Finalista Trofeo Kinder 2018
Iris R.
Bijou
Parson Russel Terrier
Iris R.
Mi viene particolarmente difficile riuscire a descrivere cos’è per me l’Agility, probabilmente perché ha sempre fatto parte della mia vita. Quando mia mamma era incinta di me già faceva Agility. Mi ricordo che quando ero piccola aspettavo il sabato per poter andare al GARU, dove la maggior parte del tempo lo passavo tra un campo e l’altro con i diversi istruttori. Ma mamma inoltre è sempre andata anche il martedì e quando decideva di portarmi con se per me quella era una cosa da grandi perché comportava il fatto di arrivare tardi a casa. I miei giorni al GARU li ho trascorsi in questo modo fino al giorno in cui hanno deciso di prendermi il mio primo cane Pepita. Quello per me è stato un grande passo, perché voleva dire che era arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che nei 6 anni prima avevo imparato. Pepita è stata la mia più grande sfida nel campo di Agility, sia perché ero piccola ma anche perché era un cane davvero difficile. Ho passato anni nei quali non c’era gara in cui non uscissi dal campo piangendo, non perché non fosse andata bene ma perché non riuscivo a trovare il modo per potermi divertire e far divertire lei. Nel vedermi così triste, ma determinata Chiara e mamma hanno deciso di farmi arrivare Calì. Calì è stata la mia rivincita, dopo anni di pianti e di morsi presi, lei mi ha aiutato continuare a credere in questo sport. Non è stata una cagnolina fortunata, infatti alla vigilia del nostro saggio di corso base abbiamo scoperto che aveva un grave problema alla testa del femore e per questo è stata subito operata. Ma questo non ci ha fermate, grazie all’aiuta della nostra Cri Cri (dottoressa veterinaria Cristina Tarizzo) e tanta fisioterapia abbiamo ottenuto dei risultati che mai mi sarei aspettata. Per me Calì è stata la dimostrazione di come un cane possa cambiare la vita delle persone. Nonostante avesse dei problemi lei ha sempre fatto l’impossibile per rendermi felice e finalmente anch’io sono riuscita nell’intento di far divertire il mio cane. Purtroppo dopo anni di competizioni, anche se ancora giovane, Calì si è dovuta fermare in quanto i dolori che aveva non le permettevano di continuare, ma ancora oggi, quando ogni tanto la porto in campo le faccio qualche ostacolo, vedere in lei lo stesso entusiasmo di quando abbiamo iniziato mi fa capire come se fatto nel modo giusto questo sport possa aiutare e rendere felici sia il cane che il padrone. Il non poter più correre con la mia cagnolina mi ha demoralizzato molto, così mi è stata data la possibilità di allenarmi con Bijou, la vecchietta della casa, anche lei non è stata un cane facile da gestire. Con il passare del tempo però ho imparato e anche con lei sono arrivati dei risultati. Ero tornata a stare bene nel campo di Agility. Io sono arrivata al termine della carriera di Bijou, infatti insieme abbiamo percorso la sua ultima gara della vita. Infine è arrivato Yuppie, il cane con cui attualmente gareggio. Con lui all’inizio si era creata una sorta di diffidenza, probabilmente per il fatto che anche lui era un barboncino come Calì e mi sembrava fosse come sostituirla. Con il tempo abbiamo iniziato a capirci e adesso siamo inseparabili sia dentro il campo che fuori. Dopo tanti sforzi anche con lui sono arrivati i nostri primi risultati e sono riuscita a partecipare agli Europei Juniores. Esperienza conosciuta grazie a Calipso. Il poter avere a che fare con propri coetanei mi ha sempre dato la voglia di migliorarmi e la determinazione nel voler raggiungere i miei obiettivi. Inoltre mi ha dato la possibilità di conoscere persone meravigliose.
Crescendo i miei impegni scolastici mi hanno fatto mettere un po’ da parte questa mia passione, ma non mi hanno fatto smettere di amarla. Questo perché se si vuole, si può dare spazio alle cose che più ci appassionano.
Invece se devo parlare solo di me e dell’Agility come sport al di fuori del cane e delle persone, penso che sia stato una grande sfida per me. Il mettermi in gioco e il fatto che tutti mi guardassero, sono state insicurezze che con il passare degli anni grazie ai miei cani, a mia mamma, Angelo e alle istruttrici che mi hanno formata, sono passate.
Perché quando si è in campo tutto ciò che è al di fuori non conta, conti solo tu e il tuo cane ed è quello il momento in cui bisogna dare tutti se stessi per far avverare i propri sogni.
Infine voglio ringraziare, per questi 18 anni vicino a questo magnifico sport, tutti gli istruttori e le persone che ho conosciuto in questi anni che anche se indirettamente mi hanno dato la possibilità di conoscere ogni lato dell’Agility e mi hanno fatto crescere come persona.
NAZIONALE JACK RUSSEL nel 2017
Iris R.
Calì
Barbone nano
Small
2° grado
Iris R.
Mi viene particolarmente difficile riuscire a descrivere cos’è per me l’Agility, probabilmente perché ha sempre fatto parte della mia vita. Quando mia mamma era incinta di me già faceva Agility. Mi ricordo che quando ero piccola aspettavo il sabato per poter andare al GARU, dove la maggior parte del tempo lo passavo tra un campo e l’altro con i diversi istruttori. Ma mamma inoltre è sempre andata anche il martedì e quando decideva di portarmi con se per me quella era una cosa da grandi perché comportava il fatto di arrivare tardi a casa. I miei giorni al GARU li ho trascorsi in questo modo fino al giorno in cui hanno deciso di prendermi il mio primo cane Pepita. Quello per me è stato un grande passo, perché voleva dire che era arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che nei 6 anni prima avevo imparato. Pepita è stata la mia più grande sfida nel campo di Agility, sia perché ero piccola ma anche perché era un cane davvero difficile. Ho passato anni nei quali non c’era gara in cui non uscissi dal campo piangendo, non perché non fosse andata bene ma perché non riuscivo a trovare il modo per potermi divertire e far divertire lei. Nel vedermi così triste, ma determinata Chiara e mamma hanno deciso di farmi arrivare Calì. Calì è stata la mia rivincita, dopo anni di pianti e di morsi presi, lei mi ha aiutato continuare a credere in questo sport. Non è stata una cagnolina fortunata, infatti alla vigilia del nostro saggio di corso base abbiamo scoperto che aveva un grave problema alla testa del femore e per questo è stata subito operata. Ma questo non ci ha fermate, grazie all’aiuta della nostra Cri Cri (dottoressa veterinaria Cristina Tarizzo) e tanta fisioterapia abbiamo ottenuto dei risultati che mai mi sarei aspettata. Per me Calì è stata la dimostrazione di come un cane possa cambiare la vita delle persone. Nonostante avesse dei problemi lei ha sempre fatto l’impossibile per rendermi felice e finalmente anch’io sono riuscita nell’intento di far divertire il mio cane. Purtroppo dopo anni di competizioni, anche se ancora giovane, Calì si è dovuta fermare in quanto i dolori che aveva non le permettevano di continuare, ma ancora oggi, quando ogni tanto la porto in campo le faccio qualche ostacolo, vedere in lei lo stesso entusiasmo di quando abbiamo iniziato mi fa capire come se fatto nel modo giusto questo sport possa aiutare e rendere felici sia il cane che il padrone. Il non poter più correre con la mia cagnolina mi ha demoralizzato molto, così mi è stata data la possibilità di allenarmi con Bijou, la vecchietta della casa, anche lei non è stata un cane facile da gestire. Con il passare del tempo però ho imparato e anche con lei sono arrivati dei risultati. Ero tornata a stare bene nel campo di Agility. Io sono arrivata al termine della carriera di Bijou, infatti insieme abbiamo percorso la sua ultima gara della vita. Infine è arrivato Yuppie, il cane con cui attualmente gareggio. Con lui all’inizio si era creata una sorta di diffidenza, probabilmente per il fatto che anche lui era un barboncino come Calì e mi sembrava fosse come sostituirla. Con il tempo abbiamo iniziato a capirci e adesso siamo inseparabili sia dentro il campo che fuori. Dopo tanti sforzi anche con lui sono arrivati i nostri primi risultati e sono riuscita a partecipare agli Europei Juniores. Esperienza conosciuta grazie a Calipso. Il poter avere a che fare con propri coetanei mi ha sempre dato la voglia di migliorarmi e la determinazione nel voler raggiungere i miei obiettivi. Inoltre mi ha dato la possibilità di conoscere persone meravigliose.
Crescendo i miei impegni scolastici mi hanno fatto mettere un po’ da parte questa mia passione, ma non mi hanno fatto smettere di amarla. Questo perché se si vuole, si può dare spazio alle cose che più ci appassionano.
Invece se devo parlare solo di me e dell’Agility come sport al di fuori del cane e delle persone, penso che sia stato una grande sfida per me. Il mettermi in gioco e il fatto che tutti mi guardassero, sono state insicurezze che con il passare degli anni grazie ai miei cani, a mia mamma, Angelo e alle istruttrici che mi hanno formata, sono passate.
Perché quando si è in campo tutto ciò che è al di fuori non conta, conti solo tu e il tuo cane ed è quello il momento in cui bisogna dare tutti se stessi per far avverare i propri sogni.
Infine voglio ringraziare, per questi 18 anni vicino a questo magnifico sport, tutti gli istruttori e le persone che ho conosciuto in questi anni che anche se indirettamente mi hanno dato la possibilità di conoscere ogni lato dell’Agility e mi hanno fatto crescere come persona.
CAMPIONE ITALIANO JUNIORES nel 2016
NAZIONALE JUNIORES UNDER 14 nel 2015 e nel 2016
Iris R.
Yuppie
Barbone nano
16 Aprile 2016
Medium
3° grado
Iris R.
Mi viene particolarmente difficile riuscire a descrivere cos’è per me l’Agility, probabilmente perché ha sempre fatto parte della mia vita. Quando mia mamma era incinta di me già faceva Agility. Mi ricordo che quando ero piccola aspettavo il sabato per poter andare al GARU, dove la maggior parte del tempo lo passavo tra un campo e l’altro con i diversi istruttori. Ma mamma inoltre è sempre andata anche il martedì e quando decideva di portarmi con se per me quella era una cosa da grandi perché comportava il fatto di arrivare tardi a casa. I miei giorni al GARU li ho trascorsi in questo modo fino al giorno in cui hanno deciso di prendermi il mio primo cane Pepita. Quello per me è stato un grande passo, perché voleva dire che era arrivato il momento di mettere in pratica tutto ciò che nei 6 anni prima avevo imparato. Pepita è stata la mia più grande sfida nel campo di Agility, sia perché ero piccola ma anche perché era un cane davvero difficile. Ho passato anni nei quali non c’era gara in cui non uscissi dal campo piangendo, non perché non fosse andata bene ma perché non riuscivo a trovare il modo per potermi divertire e far divertire lei. Nel vedermi così triste, ma determinata Chiara e mamma hanno deciso di farmi arrivare Calì. Calì è stata la mia rivincita, dopo anni di pianti e di morsi presi, lei mi ha aiutato continuare a credere in questo sport. Non è stata una cagnolina fortunata, infatti alla vigilia del nostro saggio di corso base abbiamo scoperto che aveva un grave problema alla testa del femore e per questo è stata subito operata. Ma questo non ci ha fermate, grazie all’aiuta della nostra Cri Cri (dottoressa veterinaria Cristina Tarizzo) e tanta fisioterapia abbiamo ottenuto dei risultati che mai mi sarei aspettata. Per me Calì è stata la dimostrazione di come un cane possa cambiare la vita delle persone. Nonostante avesse dei problemi lei ha sempre fatto l’impossibile per rendermi felice e finalmente anch’io sono riuscita nell’intento di far divertire il mio cane. Purtroppo dopo anni di competizioni, anche se ancora giovane, Calì si è dovuta fermare in quanto i dolori che aveva non le permettevano di continuare, ma ancora oggi, quando ogni tanto la porto in campo le faccio qualche ostacolo, vedere in lei lo stesso entusiasmo di quando abbiamo iniziato mi fa capire come se fatto nel modo giusto questo sport possa aiutare e rendere felici sia il cane che il padrone. Il non poter più correre con la mia cagnolina mi ha demoralizzato molto, così mi è stata data la possibilità di allenarmi con Bijou, la vecchietta della casa, anche lei non è stata un cane facile da gestire. Con il passare del tempo però ho imparato e anche con lei sono arrivati dei risultati. Ero tornata a stare bene nel campo di Agility. Io sono arrivata al termine della carriera di Bijou, infatti insieme abbiamo percorso la sua ultima gara della vita. Infine è arrivato Yuppie, il cane con cui attualmente gareggio. Con lui all’inizio si era creata una sorta di diffidenza, probabilmente per il fatto che anche lui era un barboncino come Calì e mi sembrava fosse come sostituirla. Con il tempo abbiamo iniziato a capirci e adesso siamo inseparabili sia dentro il campo che fuori. Dopo tanti sforzi anche con lui sono arrivati i nostri primi risultati e sono riuscita a partecipare agli Europei Juniores. Esperienza conosciuta grazie a Calipso. Il poter avere a che fare con propri coetanei mi ha sempre dato la voglia di migliorarmi e la determinazione nel voler raggiungere i miei obiettivi. Inoltre mi ha dato la possibilità di conoscere persone meravigliose.
Crescendo i miei impegni scolastici mi hanno fatto mettere un po’ da parte questa mia passione, ma non mi hanno fatto smettere di amarla. Questo perché se si vuole, si può dare spazio alle cose che più ci appassionano.
Invece se devo parlare solo di me e dell’Agility come sport al di fuori del cane e delle persone, penso che sia stato una grande sfida per me. Il mettermi in gioco e il fatto che tutti mi guardassero, sono state insicurezze che con il passare degli anni grazie ai miei cani, a mia mamma, Angelo e alle istruttrici che mi hanno formata, sono passate.
Perché quando si è in campo tutto ciò che è al di fuori non conta, conti solo tu e il tuo cane ed è quello il momento in cui bisogna dare tutti se stessi per far avverare i propri sogni.
Infine voglio ringraziare, per questi 18 anni vicino a questo magnifico sport, tutti gli istruttori e le persone che ho conosciuto in questi anni che anche se indirettamente mi hanno dato la possibilità di conoscere ogni lato dell’Agility e mi hanno fatto crescere come persona.
NAZIONALE JUNIORES UNDER 18 nel 2019
VICE-CAMPIONE ITALIANO CSEN JUNIORES nel 2019
Matteo D.
Fonzie
Shetland Sheepdog
Medium
2° grado
Matteo D.
Ho iniziato che non conoscevo neanche l’a-b-c, o forse ero troppo distratto dal mio dito in bocca che non avevo nessuna voglia di impararlo, avevo 5 anni.
Probabilmente non mi rendevo neanche conto di quello che tutti i giorni andavo a vivere. Eppure oggi sono qui e mi rendo conto di una cosa, non sono mai stato solo… Oggi la gente ci scherza, ma alla fine dei conti ho sempre avuto qualcuno al mio fianco, mia mamma che nonostante tutto mi ha sempre incoraggiato a non mollare, e quando ero sul punto di farlo bastava un suo sguardo per farmi cambiare idea e la mia istruttrice Betty o forse meglio la mia seconda mamma, due braccia dove sentirmi bene, me stesso, a casa, un sorriso che ti rallegra anche nei momenti piú brutti. Ho conosciuto tante persone, campioni, esordienti, amatoriali, vecchie leggende, ma quelli che mi hanno fatto piú effetto sono stati i ragazzini come me, quelli del futuro, per alcuni. Mi sono finalmente sentito parte di qualcosa di grande, di fantastico, con loro ho vissuto tante ma tante belle cose, e ogni volta che ci penso non riesco a trattenere un sorriso. Con loro ho assaporato gli allori ma ho imparato anche quanto faccia meno male cadere tenendo per mano qualcuno che ti vuole bene. Sono felice qui.
Matteo D.
Joy
Jack Russel Terrier
Small
3° grado
Matteo D.
Ho iniziato che non conoscevo neanche l’a-b-c, o forse ero troppo distratto dal mio dito in bocca che non avevo nessuna voglia di impararlo, avevo 5 anni.
Probabilmente non mi rendevo neanche conto di quello che tutti i giorni andavo a vivere. Eppure oggi sono qui e mi rendo conto di una cosa, non sono mai stato solo… Oggi la gente ci scherza, ma alla fine dei conti ho sempre avuto qualcuno al mio fianco, mia mamma che nonostante tutto mi ha sempre incoraggiato a non mollare, e quando ero sul punto di farlo bastava un suo sguardo per farmi cambiare idea e la mia istruttrice Betty o forse meglio la mia seconda mamma, due braccia dove sentirmi bene, me stesso, a casa, un sorriso che ti rallegra anche nei momenti piú brutti. Ho conosciuto tante persone, campioni, esordienti, amatoriali, vecchie leggende, ma quelli che mi hanno fatto piú effetto sono stati i ragazzini come me, quelli del futuro, per alcuni. Mi sono finalmente sentito parte di qualcosa di grande, di fantastico, con loro ho vissuto tante ma tante belle cose, e ogni volta che ci penso non riesco a trattenere un sorriso. Con loro ho assaporato gli allori ma ho imparato anche quanto faccia meno male cadere tenendo per mano qualcuno che ti vuole bene. Sono felice qui.
NAZIONALE WAO 2020
CAMPIONE ITALIANO CSEN JUNIORES 2019
Matteo D.
Lara
Shetland Sheepdog
Small
1° grado
Matteo D.
Ho iniziato che non conoscevo neanche l’a-b-c, o forse ero troppo distratto dal mio dito in bocca che non avevo nessuna voglia di impararlo, avevo 5 anni.
Probabilmente non mi rendevo neanche conto di quello che tutti i giorni andavo a vivere. Eppure oggi sono qui e mi rendo conto di una cosa, non sono mai stato solo… Oggi la gente ci scherza, ma alla fine dei conti ho sempre avuto qualcuno al mio fianco, mia mamma che nonostante tutto mi ha sempre incoraggiato a non mollare, e quando ero sul punto di farlo bastava un suo sguardo per farmi cambiare idea e la mia istruttrice Betty o forse meglio la mia seconda mamma, due braccia dove sentirmi bene, me stesso, a casa, un sorriso che ti rallegra anche nei momenti piú brutti. Ho conosciuto tante persone, campioni, esordienti, amatoriali, vecchie leggende, ma quelli che mi hanno fatto piú effetto sono stati i ragazzini come me, quelli del futuro, per alcuni. Mi sono finalmente sentito parte di qualcosa di grande, di fantastico, con loro ho vissuto tante ma tante belle cose, e ogni volta che ci penso non riesco a trattenere un sorriso. Con loro ho assaporato gli allori ma ho imparato anche quanto faccia meno male cadere tenendo per mano qualcuno che ti vuole bene. Sono felice qui.